Acquisizione e scelta degli animali
Fondamentale è valutare la provenienza degli animali, inteso più che altro come provenienza dalla cattura o dalla cattività. Ciò è facilmente riconoscibile da due fattori, la crescita del carapace ed il comportamento dell’animale. Infatti l’animale di cattura avrà uno splendido carapace completamente liscio e levigato dagli agenti atmosferici e dalla vita all’aperto ed un carattere timidissimo. Quelle allevate in cattività, ovviamente avranno abbastanza evidenti tutti i segni della crescita ed un carattere assolutamente non impaurito dalla nostra presenza. Questo è fondamentale da valutare per qualsiasi specie di tartaruga che si intende acquistare.
Bene, ora occorre fare altre valutazioni, infatti, l’animale di cattività è sicuramente un’animale che ci darà molte più soddisfazioni a breve e che sarà molto più facile da allevare senza che si ammali o che rifiuti il cibo o cose del genere, mentre un animale di cattura potrebbe anche impiegare diversi anni prima di adattarsi, perciò la priorità sarà sempre per un animale nato o cresciuto in cattività.
Molto importante valutare che questo animale di cattività non abbia subito, in seguito ad eccessi alimentari o ad un cattivo “management” nel suo allevamento, deformità della struttura durante la crescita, quali:
- Irregolarità nella crescita delle scaglie con conseguente perdita della forma “TIPICA” della specie.
-Crescita “PIRAMIDALE” delle scaglie, eccessiva crescita del becco corneo della bocca o peggio ancora deformità della mandibola.
Infatti questi elementi, oltre ad essere esteticamente discriminanti, significano al 100% che questo animale non gode di buona salute e con ogni probabilità le funzionalità dei suoi organi interni sono state rese deficitarie, proprio dal cattivo allevamento e dall’abuso alimentare che ha subito ( per lo più in questi casi si tratta di un eccesso di proteine sia vegetali che animali).
Le conseguenze non sono sempre immediatamente visibili, però possono condurre alla sterilità, problemi renali, di fegato o più generalmente metabolici, che vanno a debilitare l’animale accorciandogli drasticamente il ciclo vitale.
Perciò chi acquista uno di questi animali e lo strappa dal suo precedente padrone fa sicuramente un opera di bene, però sappia che il soggetto sarà sempre potenzialmente a rischio.
La Dieta corretta
La dieta “corretta” cambia molto da tartaruga a tartaruga, e secondo diversi fattori che bisogna tenere in considerazione. Possiamo però tracciare delle linee generali che accomunano un po’ tutte le specie di tartarughe in fatto di dieta.
Infatti generalmente le tartarughe di terra sono per lo più vegetariane, perciò in grado di ricevere solamente cibi che contengano componenti vegetali e che i loro enzimi siano in grado di digerire e trasformare in energia (per esempio la G. Pardalis, la G. Sulcata o la G. Radiata).
Altre tartarughe sono onnivore, come nel caso di molte acquatiche o che vivono in ambienti semi-acquatici (per esempio la Terrapene sp., la Cuora sp., la P. Concinna o la O.Borniensis).
Altre ancora sono strettamente carnivore (per esempio la C. Longicollis, la C. Fimbriatus o la C.Serpentina)
Mentre nel caso delle specie onnivore o carnivore i problemi di alimentazione sono molto limitati e si riducono nel fatto di trovare le giuste quantità e i giusti metodi di somministrazione, per ciò che riguarda quelle vegetariane il problema è molto più complicato e verrà analizzato in seguito.
Una cosa fondamentale da tenere in considerazione, è che generalmente le tartarughe in cattività ricevono apporti nutrizionali nettamente superiori rispetto a quelli che ricevono in natura. Perciò è sicuramente meglio scarseggiare che eccedere, infatti se si somministra una dieta troppo ricca di grassi, proteine ma anche vitamine, ecc. si rischia di alterare il normale funzionamento metabolico dell’animale, che invece è stato “progettato” per ricevere una quantità limitata dei suddetti elementi nutritivi.
Vitamina D3 e raggi U.V.B.
Prima di affrontare questo capitolo è necessario fare un piccolo passo indietro e capire come funziona il metabolismo dei rettili nella formazione della struttura ossea in natura. I rettili, come anche i mammiferi inclusi noi uomini, per sviluppare la loro struttura ossea, adottano un sistema particolare. Infatti tramite l’assorbimento dei raggi U.V.B. successivamente all’esposizione al sole, grazie ad un processo chimico biologico, sviluppano la previtamina D3, la quale combinata con un corretto apporto di calcio, che ricavano dalla loro dieta in natura, da luogo al processo che sviluppa poi la struttura ossea.
Per i rettili (specialmente quelli vegetariani) la quantità di sole (raggi U.V.B.) richiesta in questo processo è molto più importante rispetto a quella richiesta ad esempio dai mammiferi, anzi FONDAMENTALE, infatti la quantità di vitamina D3 pura negli alimenti di cui si nutrono è praticamente nulla, perciò devono crearla tramite l’esposizione ai raggi U.V.B.
Tornando all’allevamento in cattività, un grosso problema che si affronta con i rettili vegetariani, è solitamente la mancanza di sole per tutto l’anno (almeno in Nord Italia) e per il fatto che, come detto qui sopra, pochissimi vegetali contengono la vitamina D3.
Al contrario tutti i rettili carnivori, non hanno grossi problemi da questo punto di vista, infatti nella carne, o alimenti da essa derivati, è naturalmente presente la vitamina D3 perciò non c’è bisogno più di tanto dell’apporto del sole per stimolare la formazione della previtamina D3 (comunque molto importante per tantissimi altri aspetti, infatti apporta tantissimi altri benefici ai quali sarebbe meglio non rinunciare).
Allora la soluzione per ovviare a questo problema pratico è la somministrazione “meccanica” di D3 (in polvere, è possibile acquistarla in negozi specializzati per rettili, la confezione contiene inoltre altre vitamine e sali minerali) e di Ca (sotto forma di Carbonato di Calcio, facilmente reperibile nelle farmacie), direttamente aggiunti sul pasto dei nostri beniamini.
N.B. Per ciò che riguarda il Ca, anche tutti i giorni, infatti non ha nessuna controindicazione e se somministrato in eccesso viene espulso dalle feci senza recare danno agli animali. Mentre con un massimo di due volte la settimana per ciò che riguarda la Vita. D3 che al contrario se somministrata in eccesso può causare problemi a livello metabolico.
Illuminazione
Anche l’illuminazione del ternario o recinto in cui teniamo le ns. tartarughe è importante, infatti bisogna cercare di offrire loro un ambiente, che anche sotto questo punto di vista, assomigli ai luoghi da cui provengono.
Per ciò il tempo di illuminazione del ternario dovrà essere simile a quello del paese di provenienza dell’animale. In alcuni casi, per gli appassionati più attenti, si può anche simulare l’effetto alba e tramonto sincronizzando le luci con dei timer di commercio.
Ovviamente non sarà mai possibile raggiungere la perfezione in cattività, però si può riuscire a fare buone cose se si tengono in considerazione tutti gli aspetti dei quali gli animali hanno bisogno.
Innanzitutto è importante provvedere ad illuminare il ternario o recinto, con neon appositamente studiati per i rettili, infatti quest’ultimi hanno una gamma di onde U.V.A. ed U.V.B. appositamente studiate per simulare l’effetto della luce solare. In commercio è possibile trovarne di diversi tipi a diversi prezzi, sicuramente tra i più affidabili sono i REPTISUN 5.0 oppure IGUANA LIGHT 5.0 della ZOOMED.
Questi hanno due effetti positivi sugli animali:
1) Attivano il processo di sviluppo della previtamina D3 (vedi capitolo precedente)
2) Hanno un effetto stimolante per le attività vitali quali alimentazione, riproduzione, ecc.
Questi neon hanno una durata nel tempo, dopo la quale perdono il loro effetto, questa durata è calcolata in base a quanto tempo stanno accesi, ma mediamente dovrebbero essere cambiati un volta l’anno o una volta ogni 7/8 mesi.
Un altro conto sono i faretti o bulbi che dir si voglia, infatti quest’ultimi devono essere utilizzati solo per motivi di riscaldamento e non di illuminazione, per la quale sono inadeguati.
Riscaldamento e termoregolazione dei rettili
Sempre in base alla provenienza della tartaruga che stiamo tenendo, dobbiamo essere in grado di sapere le temperature di cui necessita. Infatti in base a questi dati, dovremo offrirle il massimo delle condizioni possibili per eguagliare quelle del suo ambiente naturale.
Il concetto è quello di ottenere un ambiente con una temperatura base adeguata nella zona più amplia del terrario e per una piccola area chiamata “spot” una temperatura sostanzialmente più elevata. In questo modo le tartarughe possono decidere quando aumentare la loro temperatura corporea o quando diminuirla.
Infatti un concetto base fondamentale per tenere qualsiasi rettile, è quello che essendo animali eterotermi, cioè che determinano la loro temperatura in base a quella dell’ambiente circostante, hanno bisogno di diversi livelli di temperatura ambientale per cambiare quella corporea. Ovviamente le temperature minime e massime di attività cambiano in base alla specie e alla provenienza, però la maggior parte di esse necessita di raggiungere determinate temperature per svolgere le attività vitali quali alimentazione, riproduzione, ecc.
Infatti la loro attività metabolica, è strettamente legata alla temperatura. Ciò è legato anche a fattori molto più importanti, come la formazione di anticorpi contro le malattie e dallo stress. Infatti un animale mantenuto a temperature non adeguate, è potenzialmente molto più a rischio malattia rispetto ad uno tenuto al giusto livello di temperatura, perché nel secondo le barriere degli anticorpi saranno più attive. Perciò se si intende ottenere dei buoni risultati, è fondamentale curare l’aspetto del riscaldamento, il quale non deve essere ne troppo basso ne troppo alto.
Per riscaldare i terrari ci sono diversi metodi, come tappetini irradianti, lampade ceramiche che emettono solo calore, bulbi ad incandescenza che emettono sia luce che calore oppure resistenze irradianti, ecc.
La migliore soluzione è la possibilità di ottenere una stanza con una temperatura base già adeguata per il nostro scopo, ed aggiungere al ternario solo le luci spot di cui necessitiamo per creare aree in cui la temperatura è superiore.
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