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David "Duca Bianco" Bowie

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^@ero§miththebe§t^
view post Posted on 29/4/2004, 17:29




David Bowie: l'esile Duca Bianco

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"L'artista più influente di tutta la storia della musica" . Così la rivista NME ha definito David Robert Jones, in arte David Bowie. Bowie può essere uno degli artisti, se non l'Artista per eccellenza, più poliedrici e camaleontici della storia, ma anche questa definizione risulta riduttiva, poiché Bowie, durante tre decadi, ha percorso tutte le correnti di pensiero e tutti i generi musicali mantenendo sempre un proprio stile, una sorta di ‘marchio di fabbrica', un segno tangibile di una forte personalità in ogni suo lavoro. Bowie è stato musicista, attore, produttore, pittore, scultore, azionista di borsa e, nonostante i suoi quasi 60 anni di età, dimostra ancora una grinta al di fuori del comune. E' un'autentica icona musicale o, come piace definirlo a me, ‘un vero Dio sceso in terra'.

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David Robert Jones nasce l'8 gennaio 1947 a Brixton, Londra. Nel 1959 ottiene in regalo il suo primo sassofono e inizia a studiare musica. Da questo momento in poi Bowie formerà band che in breve tempo si scioglieranno e singoli che rimarranno praticamente invenduti, e lo spazio a disposizione è sin troppo breve per parlarne, quidi saltiamo direttamente al primo album di David, l'omonimo "David Bowie", uscito nel 1967, che seguirà, però, la stessa sorte dei singoli precedenti, rimanendo anch'esso invenduto. Nel 1969 esce "Space Oddity", album in cui si possono senitre i primi segni del talento di David, in particolare nella lunga title-track, chiaro omaggio a "2001: Odissea Nello Spazio" di Stanley Kubrick. L'album vende molto, grazie alla sua attualità, poi chè nello stesso periodo l'uomo sbarca sulla Luna e "Space Oddity" ne è la colonna sonora.

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Il 20 marzo 1970 sposa Angela Barnett, anche conosciuta come Angie. Sempre nel 1970 la carriera di Bowie arriva ad una svolta, grazie al suo incontro con Mick Ronson, che lo convincerà a portare la sua musica verso suoni più duri. Il risultato di ciò è "The Man Who Sold The World", che esce nel 1971, insieme alle prime dichiarazioni di Bowie alla stampa sulla sua bisessualità, grazie anche ad una maggiore cura dell'immagine e del look. Tutto ciò è confermato dalla copertina di "The Man Who Sold The World", dove Bowie viene ritratto in abiti femminili. La critica accoglie bene il l'album, e la stampa, come previsto, comincia a parlare di Bowie. Sempre lo stesso anno esce “Hunky Dory”, svolta melodica che dopo il rock duro del precedente album era indispensabile, e viene ottimamente accolto da pubblico e critica e contiene due “classici” del repertorio “Bowieano”, le celeberrime “Changes” e “Life on Mars?”. L'album è perfettamente in linea con le tendenze dell'epoca, ma trova la sua grandezza nei testi, sempre sognanti e fortemente evocativi. L'album, esattamente come il precedente, viene accompagnato con le solite provocazioni sulla bisessualità di Bowie.

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L'anno seguente esce il disco che viene (quasi) unanimemente considerato il capolavoro assoluto di Bowie, “The Rise And Fall Of Ziggy Stardust And The Spiders From Mars”, che lo consacra come rockstar internazionale. Bowie continua sulla strada della provocazione, diventando, dentro e fuori dal palco, lo stesso Ziggy Stardust protagonista del disco, facendo il suo esordio sul palco del Royal Festival Hall di Londra, con capelli color arancione, abiti trasgressivi e fatiscenti, pieni di lustrini e pesantemente truccato, rappresentando in anticipo uno stile molto simile al punk. “Ziggy Stardust” è un album in costante bilico tra trasgressione sessuale ed erotismo, e, pur non essendo ne' un'avanguardia di produzione ne' una rivoluzione (e, scusate, qua mi ci è scappata pure la rima), ha rappresentato un mix di tutti i generi e delle nuove tendenze (non solo musicali) che stavano nascendo all'epoca e ne rappresenta quindi un valido documento. “Ziggy Stardust” narra la storia di una alieno androgino (giustappunto lo stesso Bowie/Ziggy) che, dopo l'annuncio di una catastrofe che avverrà cinque anni dopo, diventa il nuovo messia del rock, e attraverso il successo arriva all'autodistruzione finale. Ogni singola traccia dell'album rappresenta un momento della storia di Ziggy e, per questo, diventa l'Icona del Rock'n'Roll, un modello di riferimento per moltissimi cantanti che tutt'oggi cercano di imitarlo (basti pensare a Marilyn Manson, giusto per fare un esempio). Nel contempo però, Bowie comincia a sperimentare i lati negativi della vita da star: è continuamente assediato dai fans e non riesce più ad essere se stesso, poiché Ziggy lo sovrasta inesorabilmente. Nel 1973 parte in tour per America, Giappone e Europa e dopo il trionfale (è proprio il caso di dirlo) tour esce l'album “Aladdin Sane” (leggesi: ‘A lad insane', ovverosia ‘un ragazzo pazzo'), dal quale vengono tratti molti singoli. A causa dell'incredibile successo di Ziggy e della sue ‘esportazione' nel mondo, la musica diventa ‘rarefatta' ed essenziale, in modo da poterla fare digerire al grande pubblico. Infatti l'album rappresenta la versione più “glam” di Ziggy, come ampiamente dimostrato dalla copertina, che creerà parecchi problemi alla casa discografica, e in alcuni paesi sarà costretta a censurarla o a sostituirla. Questa nuova onda di successo sin troppo spropositato e il continuo conflitto Bowie/Ziggy porta all'auto-annullamento che Ziggy stesso aveva narrato: il concerto della morte di Ziggy si svolge all'Hammersmith Odeon il 3 luglio 1973 tra l'incredulità dei fans.

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Sempre lo stesso anno, quasi a voler ‘ritornare alle origini' dopo tutti gli eccessi modaioli e musicali (ma non solo quelli, a onor del vero), Bowie pubblica “Pin Ups”, raccolta di cover dei suoi pezzi preferiti anni ‘60. L'anno seguente esce un nuovo album che segna ancora un'altra metamorfosi: “Diamond Dogs” (questo è il nome dell'album) porta Bowie a impersonare un essere mutante dal corpo formato da un ibrido tra un uomo e un cane (proprio come appare sulla copertina del disco). “Diamond Dogs” con tutto il suo bagaglio di visioni apocalittiche e cui presagi, poiché era nato come musical per rappresentare ‘1984' di Gorge Orwell, è la ‘tragedia annunciata' prima dell'arrivo di Ziggy, e ciò è ancora più sottolineato dagli scenari apocalittici (paesaggi urbani completamenti distrutti o finti, in cui la band appare e scompare, mente Bowie sovrasta tutto dall'alto) durante le date del tour.

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Ma Bowie è ancora una volta pronto a sorprendere il suo pubblico (e non solo) con l'album che esce l'anno seguente, “Young Americans”. L'album, infatti, suscita gran clamore perché è incentrato su sonorità a metà tra il funky e il soul, e con questo lavoro Bowie vorrebbe riuscire ad arrivare al numero uno della classifica americana, cosa che fino ad all'ora non gli era mai riuscita, e ce la fa grazie al singolo “Fame”, scritto insieme a John Lennon.

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Sempre lo stesso anno Nicolas Roeg gli offre la parte del protagonista nel film “L'uomo che cadde sulla Terra”, in cui Bowie interpreta Thomas Jerome Newton, un gelido e distante alieno, che, per salvare il suo pianeta dalla siccità ormai incombente, giunge sulla Terra, ma vi sarà costretto a rimanerci poiché corrotto dagli umani. Critica e pubblica sono d'accordo nel giudicare il film un capolavoro e per molti questo è rimasto il miglior film interpretato da Bowie. Insieme al film, nel 1976, esce anche il nuovo album di Bowie, “Station To Station”, che porterà alla nascita di quello che per anni sarebbe stato l'ultimo personaggio interpretato da Bowie, e che è sicuramente il più celebre insieme a Ziggy Stardust: The Thin White Duke, ovverosia Il Duca Bianco, soprannome con cui da ora Bowie sarà chiamato. Il Duca Bianco è altezzoso, freddo, eroe e rappresentante di un mondo glaciale e privo di sentimenti e soprattutto senza radici e nulla a cui far riferimento. E questo senso di ‘vuoto' è esattamente quello che si percepisce ascoltando “Station To Station”, pieno di suoni elettronici (in particolare nella lunga title-track, chiaro omaggio ai Kraftwerk, che ricambieranno nel loro “Trans Europe Express”) e riferimenti al passato (le influenze soul di “Golden Years” & “Stay”), che riflettono le preoccupazioni di Bowie per il futuro (“Wild Is The Wind” e soprattutto “Word On A Wing”). Il look del Duca Bianco è sobrio ed elegante, come la musica: capelli corti e dorati pettinati all'indietro, camicia bianca e gilet nero. Durante il tour di promozione dell'album, Bowie era solito mostrare una scena dal film di Bunuel e Dalì, “Le Chien Andalou” in cui si mostrava il sezionamento di un occhio umano.

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Nonostante il fatto che l'album sia ai primi posti nelle classifiche mondiali, Bowie si sente infelice e in uno stato disastroso. Per cambiare aria, Bowie si trasferisce nella decadente (e all'epoca divisa) Berlino. Lì, a fianco dell'ex Roxy Music Brian Eno dà il via alla cosiddetta “Trilogia Berlinese”, che lo porterà, in due anni, alla produzione di tre dischi insieme a Tony Visconti, registrati entrambi dagli studi Hansa, di fronte al muro che allora divideva la città in due. Il primo album della trilogia è “Low”, con il quale Bowie prende dal mondo dello show-business, che sin troppo volte in passato lo aveva portato sull'orlo di una crisi di nervi e di identità.

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“Low” segna una svolta importantissima per Bowie, poiché segna l'abbandono di ogni struttura narrativa e divide l'album in due parti, una ‘classica', e un'altra strumentale e rappresenta quindi una sfida notevole per i fans del ‘vecchio' Bowie. Sempre lo stesso anno esce quello che si può definire il ‘gemello' di Low, almeno in quanto a strutturazione dei pezzi, poiché è diviso anch'esso in una parte ‘classica' e in una strumentale: “Heroes”, che vanta sempre la collaborazione con Eno, la produzione di Visconti e in più la partecipazione di Robert Fripp, chitarrista dei King Crimson. L'album, naturalissimo seguito di “Low”, è per molti l'album più maturo di Bowie e, nonostante il fatto che le atmosfere cupe siano rimaste tali, nei testi e nell'interpretazione vocale si può notare un Bowie più equilibrato e sereno. Celeberrima la title-track, divenuta (a ragione) la sua canzone più famosa.

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Nel 1979 Bowie incide “Lodger”, ultimo elemento della “Trilogia Berlinese”, che è però sostanzialmente diverso sia da “Low” sia da “Heroes”, e per questi molti rimangono delusi. Ma nonostante ciò, l'album contiene ottimi pezzi e notevoli intuizioni sonore senza le quali Bowie non avrebbe molto probabilmente potuto continuare il suo processo di crescita e sperimentazione come artista.

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L'anno seguente esce “Scary Monsters (And Super Creeps)”, che dà l'addio a Berlino. L'album, che è possibile definire ‘un sunto' di tutto ciò che Bowie ha fatto negli anni '70, arriva direttamente al primo posto delle classifiche inglese, e ha la stessa sorte il singolo “Ashes To Ashes”. Bowie, a gran sorpresa, decide di non promuovere l'album con un tour, ma si dedica al teatro come protagonista nel dramma ‘Elephant Man'. La sua interpretazione è definita straordinaria e, dopo tre settimane di repliche ininterrotte, lo show approda a Broadway. Nel 1981 Bowie scrive e registra con i Queen la celeberrima “Under Pressure”, che diventerà presto un hit mondiale. Nell'agosto di quello stesso anno, recita nella rappresentazione teatrale ‘Baal', messo in scena per la BBC, di cui registrerà anche la colonna sonora.

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Nel 1982 partecipa al film ‘Christiane F., noi i ragazzi dello zoo di Berlino', di cui firma la colonna sonora, costituita da suoi vecchi pezzi, in particolare è degna di nota “Heroes” cantata in tedesco (“Helden”). Sempre lo stesso anno, Bowie firma un contratto con la Emi, e, poco dopo, esce “Let's Dance”, che rappresenta in assoluto il suo più grande successo commerciale. L'album segna un ritorno verso il vecchio stile ‘rock'n'roll' e verso il funky, anche se entrambi contornati da atmosfere pulite, senza più distorsioni o sperimentazioni di alcun genere. L'album, infatti, è un prodotto commerciale e facilmente fruibile alle grandi masse, ma rimane un lavoro di altissimo livello, che contiene alcuni classici di Bowie, come la title-track “Let's Dance”, la cover di Iggy Pop “China Girl” o il singolo “Modern Love”. Questo album dà però inizio a quello che viene considerato il ‘periodo nero' della carriera di Bowie e che continuerò fino al 1987, anno della pubblicazione di “Never Let Me Down”. Il ‘Serious Moonlight Tour' porta Bowie in trionfo per il globo intero, e per la prima volta si confronta con un pubblico enorme, che lo conosceva poco come artista.

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Bowie, a questo punto, sconvolto dagli eventi, intraprende la strada commerciale, e , sotto questo nuovo spirito, esce nel 1984 “Tonight”, altro grande successo di vendita. Nonostante ciò, l'album è vuoto, insipido, sicuramente il momento peggiore nella carriera di Bowie. Nel 1985 partecipa al “Live Aid”, straordinario concerto organizzato per combattere la fame del mondo, con tutte le più grandi rockstar mondiali. Nel 1986 Bowie interpreta due dei suoi film più famosi: “Absolute Beginners” & “Labyrinth”, di cui compone la colonna sonora di entrambi. In particolare “Labyrinth” dà a Bowie una nuova generazione di fans, che , affascinati dal personaggio di Jareth, re di gnomi e folletti, si avvicinano alla sua musica.

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L'anno seguente, infatti, il suo ‘Glass Spider Tour', per la promozione di “Never Let me Down” è la sua tournée di maggior successo (commerciale). L'album è, come il precedente “Tonight” scialbo e insipido, ma può vantare un tentativo (anche se minimo) di provare ad uscire dalle atmosfere troppo pulite di “Let's Dance” & “Tonight”.

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(quant'era tamarro!)

Alla fine del tour conosce colui che sarà il suo futuro chitarrista , ovvero Reeves Gabrels, che riesce a riportare Bowie alla ragione e a fargli capire che la strada che aveva intrapreso era sbagliata. Così, nel 1989 abbiamo la rinascita artista: Bowie forma con Reeves Gabrels e i fratelli Tony e Hunt Sales i “Tin Machine”, cha darà il nome all'omonimo primo album del progetto. L'album è indirizzato verso sonorità hard rock e spesso molto vicine al metal, e così Bowie torna a sorprendere il suo uditorio ancora una volta. Nel 1990, durante il ‘Sound&Vision Tour', Bowie decide di dare un (non definitivo) ai suoi vecchi successi, e, sempre lo stesso anno, dopo la pubblicazione di “Tin Machine II”, inizia un breve tour in teatri e piccoli locali.

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Nel 1992 partecipa al Freddy Mercury Tribute, svoltosi nel Wembley Stadium e seguito in diretta da oltre un miliardo di spettatori. Sempre nel giugno dello stesso anno si sposa a Firenze con la top model somala Iman Abdulmajid, con la quale si stabilisce in Svizzera. Nell'anno seguente esce “Black Tie White Noise” (che è rimasto il mio album preferito in assoluto), in cui Bowie concentra tutte le sue emozioni per il matrimonio con Iman: l'album è un mix di black music e r'n'b, che vanta la collaborazione del trombettista jazz Lester Bowie.

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Sempre lo stesso anno, Bowie pubblica “The Buddha Of Suburbia”, colonna sonora per l'omonimo film televisivo. Nel 1995 intraprende l'‘Outside World Tour', anche se il disco uscirà più tardi. L'album in questione, ovvero “1.Outside”, è il primo di una serie di tre concept album che Bowie dovrebbe comporre con Brian Eno (naturalmente i paragoni con la “Trilogia Berlinese” si sprecano). Grazie a quest'album Bowie torna a lavorare sui personaggi, in questo caso ben sette e tutti interpretati dallo stesso Bowie. L'album racconta delle investigazioni del detective Nathan Adler sull'omicidio della quattordicenne Baby Grace Blue, i cui resti vengono esposti in un museo ad Oxford, e di tutte le storie dei vari sospettati, a rappresentazione di una società di fine millennio ormai degradata dove artisti si mutilano e si feriscono pubblicamente e tutto appare senza senso. L'album è una sorta di rielaborazione di tutto ciò che Bowie ha fatto negli anni '70, con un occhio di riguardo per il catastrofico “Diamond Dogs” e il sottovalutato “Lodger”, e ottiene ottime recensioni dalla critica.

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L'8 gennaio 1997 Bowie compie cinquant'anni e per festeggiare degnamente l'occasione organizza un concerto al Madison Square Garden di New York, dove canta con artisti come Lou Reed, Robert Smith, Billy Corgan, i Foo Fighters, i Sonic Youth e Frank Black. Sempre lo stesso giorno, per promuovere il suo ultimo album “Earthling”, lancia via internet il singolo “Telling Lies”. “Earthling” prosegue per certi versi quanto detto da “1.Outside”, riprendendo le percussioni programmate e unisce drum'n'bass alla jungle, per un mix esplosivo e carico di energia. Sempre lo stesso anno, incide in cinese mandarino “Seven Years In Tibet” (tratto da “Earthling”), e il singolo, per la prima volta per un artista occidentale, arriva direttamente al numero uno.

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Due anni dopo, nel 1999, esce l'album “Hours…”, in cui Bowie ritorna alle atmosfere melodiche dei suoi primi lavori, e che viene promosso con un minitour.

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Nel 2000 è invece uscito “Heathen”, ovvero “Pagano”, un album etereo, quasi impalpabile, in cui Bowie descrive la situazione dell'uomo moderno, senza nessun appiglio e senza nulla in cui credere, impaurito di fronte al futuro Nel 2003 è uscito “Reality”, album che ricalca molto lo stile “rock” dei primi anni 70 di Bowie, e che lo ha riportato a fare un lunghissimo e trionfale tour mondiale.
E nonostante tutto questo, pare che David non abbia ancora deciso di fermarsi…

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view post Posted on 29/4/2004, 23:03
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Bellissimo lavoro, Aero. A dirti la verità vorrei farmi i capelli come nella prima immagine! E dire che li ho portati un sacco di tempo così sparati col gel.......chissà che nn torni al vecchio look!
Molto complessa la personalità di questo artista.
 
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1 replies since 29/4/2004, 17:29   715 views
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